Una verità inutile

Per migliorare la professione di agente d'assicurazione

Una verità inutile

Dal Presidente Massimo Pegoraro

Quando si affronta l’argomento del rinnovo dell’ANA 2003, non si capisce bene il perché, ma c’è qualcuno che con feroci critiche tenta di opporsi all’avvio di qualsiasi dibattito democratico che coinvolga anche la base.

Quando si parla di rinnovo dell’Accordo collettivo torna alla mente, in una sorta di automatismo, lo slogan coniato dal Presidente del Sindacato Nazionale Agenti (SNA), dott. Claudio Demozzi, che da anni afferma: “Meglio nessun accordo che un pessimo accordo!

In linea generale, come si può non essere concordi con questa affermazione? Un Accordo non può essere negoziato sulla base di condizioni peggiorative rispetto a quelle già quesite. Su questo assunto (anche giuridico) non vi possono essere dei dubbi.

Mi chiedo però se questa sia una “verità utile”. Mi spiego meglio.

Un ragionamento come questo ha un senso solo se non si vuol affrontare l’argomento del rinnovo dell’ANA. Lo stesso slogan sembra finalizzato a giustificare un’inerzia che oramai dura da troppi anni. Un’immobilità che può sottendere a due fattori: la difficoltà di affrontare un argomento così spinoso e/o la paura di mettere in discussione uno status consolidato.

L’immobilismo politico è molto frequente. Molti leader politici scelgono di non “scegliere”, di non prendere posizione per non assumersi la responsabilità del risultato e/o per non compromettere il consenso che hanno acquisito.

Per comprendere l’importanza della questione è necessario però essere consapevoli della disparità di forze in campo. Anche l’Agenzia più importante e strutturata può avere problemi seri quando si confronta con la propria mandante. È proprio questa condizione che rende necessario da sempre il ricorso alla contrattazione collettiva sia di primo che di secondo livello, sono strumenti indispensabili per determinare condizioni minime (economiche, di lavoro) a tutela della parte contrattuale più debole.

Lato Agenti, chi guida un’Associazione Sindacale e/o un Gruppo aziendale deve quindi assumersi la responsabilità del ruolo ed agire nell’interesse comune, mettendo in conto le difficoltà ed i potenziali errori che si possono commettere. Per limitare questi errori è necessario ragionare ed approfondire i temi, confrontarsi con la base e con chi la pensa in modo diverso, farsi supportare da esperti. Allargare il dibattito è necessario, promuovere la libertà di parola ed accettare anche le idee che non piacciono lo è ancor di più.

Occorre quindi una visione, non uno slogan. E’ questa la base se si vuole perseguire e consolidare una linea politica che porti ad una piattaforma negoziale per il rinnovo o, meglio, la riscrittura dell’Accordo Collettivo in essere.

L’Accordo Collettivo è lo strumento principe per la determinazione degli equilibri tra le Parti contrattuali. La contrattazione collettiva per gli Agenti di assicurazione, dall’accordo corporativo del 1939 all’Accordo Economico Collettivo (AEC) del 1951, all’A.N.A. 2003, ha dato forma all’impianto normativo sul quale si basa, tutt’oggi, la nostra figura professionale che nel Paese Italia risulta centrale nella consulenza e nella distribuzione di prodotti assicurativi.

Le regole ed i dispositivi ancora oggi in vigore hanno uno dei capisaldi normativi nell’Accordo del 1951 che, insieme alla Convenzione Nazionale delle Casse di Previdenza Agenti del 1953, ha assunto valore erga omnes nel senso che “i minimi di trattamento economico e normativo… sono inderogabili nei confronti di tutti gli agenti di assicurazione in gestione libera e di tutti gli agenti operanti in economia” (DPR n. 387/1961).

Senza questi strumenti non saremmo oggi qui! Dobbiamo essere grati ai colleghi che ci hanno preceduto ed alle loro capacità negoziali che evidentemente hanno portato la nostra categoria ad essere il punto di riferimento del mercato della distribuzione dei prodotti assicurativi.

Avranno dovuto affrontare numerosi problemi per arrivare alle soluzioni poi condivise negli Accordi. Anche loro avranno dovuto combattere per affermare la figura dell’Agente di Assicurazione, anche loro avranno dovuto sostenere estenuanti negoziati, ma non ci risulta che abbiano coniato uno slogan per evitare tutto questo. Occorre oggi altrettanto impegno per trovare regole in linea con la modernizzazione del nostro lavoro.

L’argomento è sicuramente spinoso e complesso ma a noi piacciono le sfide ed in particolare quelle che riteniamo possano portare vantaggi alla categoria ed aumentare la consapevolezza dei cambiamenti in atto.